La torre Eurosky, dello Studio Purini/Thermes, accarezza il cielo di Roma. Da lontano la sua grammatica espressiva sembra suggerire l’emergere di un nuovo confronto fra un’architettura realizzata e la città in divenire. Questa si colloca come elemento di forte identità in un più ampio contesto che – messo a punto in un masterplan, sempre da Purini – definisce l’intera area di progetto dell’Europarco Castellaccio, a ridosso dell’EUR. Si tratta di una delle diciotto “centralità metropolitane” previste dal Piano Regolatore Generale di Roma, vigente dal 14 marzo 2008.
Il progetto della torre, caratterizzato da un linguaggio architettonico che ormai da tempo si è consolidato nell’opera complessiva di Franco Purini e Laura Thermes, rientra nell’ambito di un intervento più ampio, in cui è prevista la realizzazione di un’altra torre, a destinazione direzionale, che porta la firma dello studio Transit1.
All’interno di quest’area, oltre agli edifici alti – per uffici (Transit) e ad uso abitativo (Purini) – sono previste differenti attività commerciali che di fatto integrano il contesto formale con quello sociale ed economico in ambito urbano, di modo che con l’insieme di tali architetture già si pone come premessa assai concreta di un nuovo racconto urbano, sensibile alle discontinuità e alle stratificazioni, e come fondamento di un «luogo in cui celebrare la rinascita della città, a partire dal vicinato e dai suoi rapporti a volte conflittuali ma comunque, inevitabilmente, umani»2.
Il progetto dello Studio Purini/Thermes, all’interno di uno schema interpretativo coerente con la loro ricerca progettuale, rientra nell’ambito di una visione poetica del costruire. È un processo circolare interpretativo che lega questo manufatto contemporaneo al luogo, alla morfologia, alla geografia che lo circonda. La ricerca dei due progettisti romani, costante nel tempo, si è sempre collocata in un orizzonte teorico determinato e fortemente strutturato. Questo definisce il progetto come una struttura metodologicamente fondata su scelte e considerazioni di carattere relazionale, geometrico e funzionale, che evidenziano punti di forza, di debolezza e di tolleranza capaci di modificare anche l’ambito coerente di riferimento.
La torre Eurosky è un’architettura che nel paesaggio incorpora la grande dimensione della città di Roma. Qui, il puntuale manufatto architettonico, inteso nel senso più compiuto di elemento fisico, esprime anche una sua complessità oggettiva. È la realizzazione di un desiderio progettuale che, per sua natura, misura la città e dialoga con essa a partire dal territorio, mettendo in evidenza conoscenze, formali e informali, che diventano segnali preziosi per chi opera in modo fenomenologico3. Ed è, infatti, proprio attraverso questi valori, che Franco Purini e Laura Thermes individuano nel disegno, nel progetto e nella costruzione, la componente teorica che lega l’indagine progettuale con la descrizione di nuove forme in un progetto urbano coerente. Un modo, questo, proprio di una sistematica del metodo, che appare fra le questioni emergenti affrontate nella loro ricerca di docenti e progettisti.
«Il mestiere dell’architetto – scrive Ernesto Nathan Rogers – si acquisisce solo conoscendo i mestieri degli artigiani e degli operai che concorrono alla costruzione […]. D’altra parte bisogna anche imparare a «pensare»: la professione è il coordinamento delle diverse discipline: la tecnica, l’economica, la sociale; occorre che la scuola si completi e si approfondisca, e offra gli strumenti della cultura nel campo specifico, ma assai vasto, in cui dovrà poter agire con sicurezza colui che avrà il compito di innalzare la casa dell’uomo»4.
Le diverse elaborazioni prodotte sembrano confermare la tensione teorica, ideologica e compositiva che, nell’evoluzione progettuale, disegnano, tra innovazione e tradizione, risposte che fanno proprio questo monito di Ernesto Nathan Rogers.
In altre parole, il progetto per Purini e Thermes lega in modo intrinseco e indissolubile il disegno alla concezione, e la maturazione dell’idea è frutto di un sistema complesso di relazioni fra loro integrate.
Il disegno è dunque lo strumento di controllo assoluto dell’idea, ed è per questo che esso coincide con una precisa scelta progettuale, ma sopratutto con una coerente meditazione sulla sintassi grafica che diventa linguaggio nel loro “fare architettura”5.
La sfida per la coppia Purini e Thermes è stata quella di individuare nella torre Eurosky lo “strumento necessario”, che evidenzia, perseguendo possibili prestazioni sostenibili, la capacità di un dialogo con il reale che lo circonda. Si tratta di una progettualità cognitiva che lega la figura del principio fondativo al processo del fare, e che – ispirato alle torri medioevali che punteggiano il centro di Roma – recupera nell’archetipo tipologico una nuova tensione verticale e affida molte delle prestazioni macchinistiche di nuovo all’architettura6.
In questo quadro concettuale, il piano inclinato, il contenitore del fotovoltaico, diventa un protagonista, e, come figura silente, dichiara le prestazioni sostenibili dell’intero edificio. È l’elemento “a reazione poetica” che, superando la semplice identità oggettuale, si trasforma in episodio plastico e mediatore del rapporto tra l’edificio e il cielo.
Il progetto, nel suo insieme, restituisce al contesto dell’Europarco di Castellaccio la dignità di luogo pubblico e d’incontro. Nella semplicità del volume viene scandito il rapporto tra interno e esterno, tra involucro e struttura, tra pieni e vuoti. La luce lo marca, lo rende visibile e concreto nel paesaggio. L’edificio non contiene solo abitazioni o uffici (si sviluppa su 28 piani residenziali, e, oltre ai primi tre, adibiti ad uso ufficio, sono previsti tre piani tecnici e due livelli interrati destinati a garage e cantine), ma anche luoghi d’incontro che, in una strategia di percorsi (orizzontali e verticali), danno valore al tessuto dell’intero edificio.
Entrare dentro quest’architettura significa scoprire le relazioni di pensiero concettuale e creativo del progettista, che si rivelano attraverso la natura dialettica fra spazio (fisico e temporale) e luce (naturale e artificiale). In questi vuoti, in una successione di mutevoli confini, e solo apparentemente inconciliabili, si connotano ambiti definiti in cui si può osservare una sequenza strutturata. È un leggere questi spazi dell’abitare, del lavoro e dello svago come luoghi del progetto.
Sequenze, queste, fondamentali all’interno della definizione di un metodo, che rivelano l’originalità di una prassi progettuale e svelano un percorso in un ambiente architettonico completamente bianco. È la luce uno dei materiali dell’opera costruita. Dalle abitazioni si scorgono verso l’esterno delle ampie logge dove la luce naturale si struttura, nell’ordine della percezione, in una coerenza formale di grande rilevanza. Queste logge, che creano un gioco di ombre dense e profonde, si presentano come cornici aperte sul mondo esterno e invitano chi abita a osservare e percepire fisicamente, nell’arco di tutta la giornata, una porzione del visibile che muta nel tempo, fra interno ed esterno e viceversa. È uno spazio aperto nel quale le cose risuonano per il tramite di una controfacciata abitabile addossata a un’architettura unitaria.
Nella Eurosky Tower, la sequenza “dinamica” dei prospetti si articola in due prismi verticali, ciascuno dei quali servito dai blocchi per le scale e gli ascensori. Tutto il volume, dalle bucature regolari e modulari, contribuisce, come possibile elemento ordinatore del paesaggio urbano, a una nuova riconoscibilità oggettiva nei territori dell’EUR.
Note
1 Si tratta della Eurosky Tower, una torre residenziale di 120 metri di altezza firmata Studio Purini/Thermes e realizzata dall’impresa romana Parsitalia Real Estate. La torre Eurosky, l’altro edificio alto progettato dallo studio Transit (fondato nel 1972 da Gianni Ascarelli, Maurizio Macciocchi e Danilo Parisio) e il Centro Commerciale Euroma (Studio Purini/Thermes) sono realizzati nella zona di viale Oceano Pacifico, poco distanti da viale della Grande Muraglia. Sulla sommità della torre Eurosky si trovano due strutture, di cui una inclinata a 45 gradi, per i pannelli fotovoltaici, e un traliccio che fa raggiungere all’edificio l’altezza di 155 m, rendendolo la più alta costruzione abitabile a Roma. 2 H. Lefebvre, Il diritto alla città, Marsilio, Padova 1976 (Parigi 1968). 3 Scrive Umberto Eco: «A quell’epoca gli architetti si trovavano a fianco Enzo Paci, un pensatore della scuola di Banfi, e occorre notare subito come buona parte della tematica del significato e del senso dell’architettura, che in questo libro si aggancia alle prime riflessioni di semiotica degli anni sessanta, nasca in un ambiente fenomenologico». Cfr. U. Eco, Prefazione, in V. Gregotti, Il territorio dell’architettura, Feltrinelli, Milano 2008 (1966), p. VII. 4 E. N. Rogers, Esperienza dell’architettura, L. Molinari (a cura), Skira, Milano 1997 (1958), p. 51. 5 Scrive Purini «L’edificio alto è sopratutto una sfida compositiva e tecnica. […] È un’architettura esemplare che vive nell’esattezza della forma, nell’essenzialità delle soluzioni tettoniche, nella chiarezza dell’immagine, che deve essere comunicata e recepita all'istante, ma alla quale è richiesto anche di sedimentarsi nella memoria, liberando nel tempo altri significati». Cfr. M. Agnoletto (a cura), Con la cima nel cielo. Conversazione con Franco Purini, in «d’Architettura» n. 34, 2007, p. 112. 6 F. Purini, Tre errori moderni, S. Giunta (a cura), I. Daidone (trad.), Edizioni Arianna, Geraci Siculo 2016, p. 77.
Bibliografia
- Oddo Maurizio, Purini/Thermes, Edilstampa, Roma 2009. - Purini Franco, Tre errori moderni, (a cura di S. Giunta, traduzione I. Daidone), Edizioni Arianna, Geraci Siculo (PA) 2016. - Purini Franco, La misura italiana dell’architettura, Laterza Editore, Roma 2008. - Purini Franco, Le opere, gli scritti, la critica, Electa, Milano 2000. Franco Purini, Una lezione sul disegno, Edizioni Gangemi, Roma 1996. - Purini Franco, Thermes Laura, Aforismi architettonici, Edizioni Giancarlo Politi, Milano 1995. - Purini Franco, Esercizi di composizione, Case nella campagna romana, Edizioni Libria, Melfi 1993. - Purini Franco,Del progetto. Scritti teorici di Franco Purini, 1966-1991, Moschini F., Neri G. (a cura), Edizioni Kappa, Roma 1992. - Purini Franco,Sette paesaggi, Electa, Milano 1989. - Purini Franco,Luogo e progetto, Editrice Magma, Roma 1976.
Santo Giunta
La torre Eurosky, dello Studio Purini/Thermes, accarezza il cielo di Roma. Da lontano la sua grammatica espressiva sembra suggerire l’emergere di un nuovo confronto fra un’architettura realizzata e la città in divenire. Questa si colloca come elemento di forte identità in un più ampio contesto che – messo a punto in un masterplan, sempre da Purini – definisce l’intera area di progetto dell’Europarco Castellaccio, a ridosso dell’EUR. Si tratta di una delle diciotto “centralità metropolitane” previste dal Piano Regolatore Generale di Roma, vigente dal 14 marzo 2008.
Il progetto della torre, caratterizzato da un linguaggio architettonico che ormai da tempo si è consolidato nell’opera complessiva di Franco Purini e Laura Thermes, rientra nell’ambito di un intervento più ampio, in cui è prevista la realizzazione di un’altra torre, a destinazione direzionale, che porta la firma dello studio Transit1.
All’interno di quest’area, oltre agli edifici alti – per uffici (Transit) e ad uso abitativo (Purini) – sono previste differenti attività commerciali che di fatto integrano il contesto formale con quello sociale ed economico in ambito urbano, di modo che con l’insieme di tali architetture già si pone come premessa assai concreta di un nuovo racconto urbano, sensibile alle discontinuità e alle stratificazioni, e come fondamento di un «luogo in cui celebrare la rinascita della città, a partire dal vicinato e dai suoi rapporti a volte conflittuali ma comunque, inevitabilmente, umani»2.
Il progetto dello Studio Purini/Thermes, all’interno di uno schema interpretativo coerente con la loro ricerca progettuale, rientra nell’ambito di una visione poetica del costruire. È un processo circolare interpretativo che lega questo manufatto contemporaneo al luogo, alla morfologia, alla geografia che lo circonda. La ricerca dei due progettisti romani, costante nel tempo, si è sempre collocata in un orizzonte teorico determinato e fortemente strutturato. Questo definisce il progetto come una struttura metodologicamente fondata su scelte e considerazioni di carattere relazionale, geometrico e funzionale, che evidenziano punti di forza, di debolezza e di tolleranza capaci di modificare anche l’ambito coerente di riferimento.
La torre Eurosky è un’architettura che nel paesaggio incorpora la grande dimensione della città di Roma. Qui, il puntuale manufatto architettonico, inteso nel senso più compiuto di elemento fisico, esprime anche una sua complessità oggettiva. È la realizzazione di un desiderio progettuale che, per sua natura, misura la città e dialoga con essa a partire dal territorio, mettendo in evidenza conoscenze, formali e informali, che diventano segnali preziosi per chi opera in modo fenomenologico3. Ed è, infatti, proprio attraverso questi valori, che Franco Purini e Laura Thermes individuano nel disegno, nel progetto e nella costruzione, la componente teorica che lega l’indagine progettuale con la descrizione di nuove forme in un progetto urbano coerente. Un modo, questo, proprio di una sistematica del metodo, che appare fra le questioni emergenti affrontate nella loro ricerca di docenti e progettisti.
«Il mestiere dell’architetto – scrive Ernesto Nathan Rogers – si acquisisce solo conoscendo i mestieri degli artigiani e degli operai che concorrono alla costruzione […]. D’altra parte bisogna anche imparare a «pensare»: la professione è il coordinamento delle diverse discipline: la tecnica, l’economica, la sociale; occorre che la scuola si completi e si approfondisca, e offra gli strumenti della cultura nel campo specifico, ma assai vasto, in cui dovrà poter agire con sicurezza colui che avrà il compito di innalzare la casa dell’uomo»4.
Le diverse elaborazioni prodotte sembrano confermare la tensione teorica, ideologica e compositiva che, nell’evoluzione progettuale, disegnano, tra innovazione e tradizione, risposte che fanno proprio questo monito di Ernesto Nathan Rogers.
In altre parole, il progetto per Purini e Thermes lega in modo intrinseco e indissolubile il disegno alla concezione, e la maturazione dell’idea è frutto di un sistema complesso di relazioni fra loro integrate.
Il disegno è dunque lo strumento di controllo assoluto dell’idea, ed è per questo che esso coincide con una precisa scelta progettuale, ma sopratutto con una coerente meditazione sulla sintassi grafica che diventa linguaggio nel loro “fare architettura”5.
La sfida per la coppia Purini e Thermes è stata quella di individuare nella torre Eurosky lo “strumento necessario”, che evidenzia, perseguendo possibili prestazioni sostenibili, la capacità di un dialogo con il reale che lo circonda. Si tratta di una progettualità cognitiva che lega la figura del principio fondativo al processo del fare, e che – ispirato alle torri medioevali che punteggiano il centro di Roma – recupera nell’archetipo tipologico una nuova tensione verticale e affida molte delle prestazioni macchinistiche di nuovo all’architettura6.
In questo quadro concettuale, il piano inclinato, il contenitore del fotovoltaico, diventa un protagonista, e, come figura silente, dichiara le prestazioni sostenibili dell’intero edificio. È l’elemento “a reazione poetica” che, superando la semplice identità oggettuale, si trasforma in episodio plastico e mediatore del rapporto tra l’edificio e il cielo.
Il progetto, nel suo insieme, restituisce al contesto dell’Europarco di Castellaccio la dignità di luogo pubblico e d’incontro. Nella semplicità del volume viene scandito il rapporto tra interno e esterno, tra involucro e struttura, tra pieni e vuoti. La luce lo marca, lo rende visibile e concreto nel paesaggio. L’edificio non contiene solo abitazioni o uffici (si sviluppa su 28 piani residenziali, e, oltre ai primi tre, adibiti ad uso ufficio, sono previsti tre piani tecnici e due livelli interrati destinati a garage e cantine), ma anche luoghi d’incontro che, in una strategia di percorsi (orizzontali e verticali), danno valore al tessuto dell’intero edificio.
Entrare dentro quest’architettura significa scoprire le relazioni di pensiero concettuale e creativo del progettista, che si rivelano attraverso la natura dialettica fra spazio (fisico e temporale) e luce (naturale e artificiale). In questi vuoti, in una successione di mutevoli confini, e solo apparentemente inconciliabili, si connotano ambiti definiti in cui si può osservare una sequenza strutturata. È un leggere questi spazi dell’abitare, del lavoro e dello svago come luoghi del progetto.
Sequenze, queste, fondamentali all’interno della definizione di un metodo, che rivelano l’originalità di una prassi progettuale e svelano un percorso in un ambiente architettonico completamente bianco. È la luce uno dei materiali dell’opera costruita. Dalle abitazioni si scorgono verso l’esterno delle ampie logge dove la luce naturale si struttura, nell’ordine della percezione, in una coerenza formale di grande rilevanza. Queste logge, che creano un gioco di ombre dense e profonde, si presentano come cornici aperte sul mondo esterno e invitano chi abita a osservare e percepire fisicamente, nell’arco di tutta la giornata, una porzione del visibile che muta nel tempo, fra interno ed esterno e viceversa. È uno spazio aperto nel quale le cose risuonano per il tramite di una controfacciata abitabile addossata a un’architettura unitaria.
Nella Eurosky Tower, la sequenza “dinamica” dei prospetti si articola in due prismi verticali, ciascuno dei quali servito dai blocchi per le scale e gli ascensori. Tutto il volume, dalle bucature regolari e modulari, contribuisce, come possibile elemento ordinatore del paesaggio urbano, a una nuova riconoscibilità oggettiva nei territori dell’EUR.
Note
1 Si tratta della Eurosky Tower, una torre residenziale di 120 metri di altezza firmata Studio Purini/Thermes e realizzata dall’impresa romana Parsitalia Real Estate. La torre Eurosky, l’altro edificio alto progettato dallo studio Transit (fondato nel 1972 da Gianni Ascarelli, Maurizio Macciocchi e Danilo Parisio) e il Centro Commerciale Euroma (Studio Purini/Thermes) sono realizzati nella zona di viale Oceano Pacifico, poco distanti da viale della Grande Muraglia. Sulla sommità della torre Eurosky si trovano due strutture, di cui una inclinata a 45 gradi, per i pannelli fotovoltaici, e un traliccio che fa raggiungere all’edificio l’altezza di 155 m, rendendolo la più alta costruzione abitabile a Roma.
2 H. Lefebvre, Il diritto alla città, Marsilio, Padova 1976 (Parigi 1968).
3 Scrive Umberto Eco: «A quell’epoca gli architetti si trovavano a fianco Enzo Paci, un pensatore della scuola di Banfi, e occorre notare subito come buona parte della tematica del significato e del senso dell’architettura, che in questo libro si aggancia alle prime riflessioni di semiotica degli anni sessanta, nasca in un ambiente fenomenologico». Cfr. U. Eco, Prefazione, in V. Gregotti, Il territorio dell’architettura, Feltrinelli, Milano 2008 (1966), p. VII.
4 E. N. Rogers, Esperienza dell’architettura, L. Molinari (a cura), Skira, Milano 1997 (1958), p. 51.
5 Scrive Purini «L’edificio alto è sopratutto una sfida compositiva e tecnica. […] È un’architettura esemplare che vive nell’esattezza della forma, nell’essenzialità delle soluzioni tettoniche, nella chiarezza dell’immagine, che deve essere comunicata e recepita all'istante, ma alla quale è richiesto anche di sedimentarsi nella memoria, liberando nel tempo altri significati». Cfr. M. Agnoletto (a cura), Con la cima nel cielo. Conversazione con Franco Purini, in «d’Architettura» n. 34, 2007, p. 112.
6 F. Purini, Tre errori moderni, S. Giunta (a cura), I. Daidone (trad.), Edizioni Arianna, Geraci Siculo 2016, p. 77.
Bibliografia
- Oddo Maurizio, Purini/Thermes, Edilstampa, Roma 2009.
- Purini Franco, Tre errori moderni, (a cura di S. Giunta, traduzione I. Daidone), Edizioni Arianna, Geraci Siculo (PA) 2016.
- Purini Franco, La misura italiana dell’architettura, Laterza Editore, Roma 2008.
- Purini Franco, Le opere, gli scritti, la critica, Electa, Milano 2000. Franco Purini, Una lezione sul disegno, Edizioni Gangemi, Roma 1996.
- Purini Franco, Thermes Laura, Aforismi architettonici, Edizioni Giancarlo Politi, Milano 1995.
- Purini Franco, Esercizi di composizione, Case nella campagna romana, Edizioni Libria, Melfi 1993.
- Purini Franco, Del progetto. Scritti teorici di Franco Purini, 1966-1991, Moschini F., Neri G. (a cura), Edizioni Kappa, Roma 1992.
- Purini Franco, Sette paesaggi, Electa, Milano 1989.
- Purini Franco, Luogo e progetto, Editrice Magma, Roma 1976.
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